
Patologie genitali esterne
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Varicocele
Il varicocele è una patologia varicosa del sistema venoso del testicolo (vene spermatiche). Quando queste vene sono dilatate il sangue tende a refluire verso il testicolo, determinando un aumento della temperatura scrotale. Questo aumento può causare una riduzione della produzione di spermatozoi con conseguente riduzione della capacità riproduttiva. E’ proprio l’infertilità il principale motivo di interesse per questa patologia, che in genere non causa sintomi.
Il varicocele è presente circa nel 15-20% dei maschi. In genere insorge in età adolescenziale, quando avviene lo sviluppo genitale e la maturazione sessuale, cioè tra i 10 e i 16 anni. E’ più frequente a sinistra (95%) e nei soggetti longilinei. La sua frequenza aumenta nella popolazione degli uomini infertili arrivando a interessare 1 uomo infertile su 3.
Oltre il 90% dei varicocele è considerato idiopatico (non secondario ad altre patologie). Rientra tra le patologie venose costituzionali come le vene varicose degli arti inferiori o le emorroidi. Più raramente può essere secondario a compressione da parte di masse retroperitoneali o pelviche. Un varicocele che compare nell’adulto o il riscontro di un varicocele monolaterale destro, devono suggerire un approfondimento diagnostico per escludere patologie compressive.
Il binomio varicocele/infertilità frequente ma non assoluto. Ci sono uomini con varicocele, anche di entità clinica rilevante, che hanno figli e hanno spermiogrammi nella norma. Ciononostante una diagnosi precoce è fondamentale per seguire l’evolversi della patologia e consentire un intervento precoce qualora la fertilità risulti danneggiata. Vi sono evidenze scientifiche ormai consolidate sul miglioramento seminale dopo correzione del varicocele, indipendentemente dalla tecnica utilizzata.
Sempre più spesso la diagnosi viene fatta dal paziente stesso, che riscontra un ingrossamento del funicolo o lamenta la presenza di dolore scrotale, che si manifesta soprattutto nella prolungata stazione eretta, nell’attività sportiva, sollevando pesi, e anche dopo un rapporto sessuale. La visita, ma anche l’autopalpazione, consente il riscontro di vene dilatate palpabili lungo il funicolo (sopra il testicolo) descritte come un “sacchetto vermiforme” che aumenta di volume e consistenza in piedi e sotto sforzo. Se la visita è spesso sufficiente a fare la diagnosi, è consigliabile completare l’indagine con un Eco-colorDoppler testicolare, che consentirà di documentare il varicocele, anche nelle forme meno rilevanti , e classificarlo secondo una gradazione dal I al V grado (classificazione secondo Sarteschi).
Terapia . La correzione del varicocele è indicata quando la sua presenza si associa a alterazioni seminali o alla condizione di infertilità di coppia, pur in presenza di uno spermiogramma normale, se non vengono documentate altre possibili cause. Anche la presenza di dolore pone indicazione alla correzione. Il trattamento, che serve a migliorare la spermatogenesi ma anche a prevenire un suo deterioramento, può essere effettuato mediante sclerotizzazione percutanea oppure tramite un intervento chirurgico. Un controllo seminale è indicato non prima di 3-4 mesi dall’intervento.
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Ginecomastia
La ginecomastia, cioè lo sviluppo della ghiandola mammaria nel maschio, è una patologia che si presenta non raramente all'attenzione dell'andrologo.
Benché sia una condizione del tutto benigna, riveste rilevanza clinica perché talvolta può essere un sintomo rivelatore di una patologia fino ad allora misconosciuta. Questa condizione è spesso fonte di preoccupazione nel portatore, che talvolta teme che si tratti di una manifestazione tumorale maligna. Non secondaria, inoltre, è la risonanza emotiva dell'aspetto femminilizzante che la ginecomastia può indurre, soprattutto in età adolescenziale.
La ginecomastia può essere asintomatica e spesso è di riscontro casuale nel corso della visita. In genere una anamnesi accurata e un esame obiettivo sono sufficienti a identificarla e a classificarla come ginecomastia puberale, iatrogena, o come secondaria a patologie sottostanti. La ginecomastia puberale in genere regredisce spontaneamente mentre nell'adulto l'insorgenza di un ingrossamento della ghiandola mammaria richiede una diagnosi e un trattamento. Ladiagnostica dovrebbe differenziare la ginecomastia vera dalla adipomastia e da altre lesioni mammarie, in particolare dal carcinoma mammario, ma soprattutto dovrebbe chiarire la causa della ginecomastia, mediante una valutazione obiettiva, ecografica e laboratoristica (esami di funzionalità epatica, dosaggio di LH, T, hCG, E2, Prl e TSH). Nei casi di ginecomastia peripuberale che non regredisce entro 6 mesi e nelle forme acute, in fase florida, dell'adulto, può essere effettuata una terapia per almeno tre mesi con antiestrogeni, in particolare con il tamoxifene, alla dose di 20 mg al giorno. Se la ginecomastia non regredisce entro un anno dall'insorgenza e nei casi in cui l'evidenza della ghiandola causa disturbi estetici e psicologici, è indicata la mastectomia chirurgica.
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Malattia di La Peyronie
La Malattia di La Peyronie è una patologia del connettivo caratterizzata dalla comparsa di placche fibrotiche anelastiche a carico della tunica albuginea del pene. Ogni difetto strutturale dell’albuginea può deformare l’aspetto e la funzionalità del pene (incurvamento, dolore, disfunzione erettile).
Questa condizione colpisce circa il 9% degli uomini.
La fisiopatologia è ancora oggi in larga parte sconosciuta. Tuttavia, basandosi su studi effettuati su modelli animali, la cascata degli eventi molecolari che, a partire dalla flogosi, determinano la formazione della placca, è oggi ben conosciuta. In genere a innescare la flogosi è un trauma, o un microtrauma , spesso durante un rapporto sessuale.
La "storia naturale" dei pazienti con PD e il decorso clinico varia dalla risoluzione spontanea dei sintomi alla progressiva deformità e comparsa di disfunzione erettile. Anche se alcuni studi hanno riportato la risoluzione spontanea in pazienti senza alcuna terapia, i pazienti devono essere informati che l’IPP è una malattia progressiva e che in assenza di trattamento e la risoluzione spontanea è rara.
Da un punto di vista diagnostico anamnesi e visita sono quasi sempre sufficienti per diagnosticare la malattia. Un’ecografia basale o, meglio, dinamica, consentono una migliore definizione di volume e consistenza della lesioni.
La terapia è principalmente chirurgica. Ad oggi la terapia farmacologica ha un’efficacia limitata al contenimento della malattia. Vengono impiegati antiossidanti, tamoxifene, verapamile, carnitina e altri composti in varie associazioni e con varie modalità di somministrazione (per bocca, per infiltrazione periplacca, per ionoforesi), senza che uno studio clinico ben condotto abbia mai dimostrato una efficacia documentata nella risoluzione della patologia. Tuttavia La terapia medica viene ad oggi proposta per contenere e stabilizzare la malattia. Anche la terapia fisica strumentale (ultrasuoni, laser, onde d’urto) viene proposta, soprattutto per trattare la sintomatologia dolorosa, laddove presente. Viene proposto un trattamento chirurgico laddove la deviazione del pene sia tale da disturbare o rendere del tutto impossibile un normale rapporto sessuale.
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Fimosi
La fimosi è una condizione patologica per la quale l’orifizio prepuziale è ristretto e la pelle non riesce a scorrere e a scoprire il glande. Può essere congenita o acquisita.
La fimosi congenita è presente fin dalla nascita e si consiglia di ricorrere alla correzione chirurgica solo se è serrata. Se non serrata si consigliano esercizi di ginnastica prepuziale, che può può risolvere il problema aumentando l'elasticità della pelle. Questo tipo di esercizio non è consigliabile prima dei 5 anni e non deve mai essere una forzatura traumatica.
La fimosi acquisita si manifesta in età adulta spesso come conseguenza di infiammazioni da funghi o batteri (balanopostiti) o del glande e del prepuzio, oppure in seguito ala comparsa di una malattia della pelle, il lichen-sclero-atrofico. In quest’ultima circostanza in genere si consiglia la correzione chirurgica.
Una fimosi, sia congenita che acquisita, è serrata quando il restringimento impedisce la scopertura del glande anche a pene flaccido. In questi casi viene proposta una circoncisione, cioè la asportazione completa della cute prepuziale. È tuttavia possibile tentare di risolvere una fimosi non grave con l'applicazione di creme steroidee unita a tentativi delicati di scopertura.
La fimosi non serrata, invece, si ha quando il prepuzio scorre a riposo ma non si riesce a scoprire il glande a pene eretto o ci si riesce solo parzialmente. Se la scopertura del glande viene forzata si può provocare un effetto grave, la parafimosi, in cui non si riesce più a ricoprire il glande. Questa condizione comporta una strozzatura del glande che necessita di un intervento d'urgenza.
Varicocele
Ginecomastia
Malattia di La Peyronie
Fimosi
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Frenulo breve
In alcuni individui un frenulo corto può provocare una sensazione di fastidio durante l'erezione. In tali casi è consigliato un intervento di frenuloplastica.
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Balanopostite
Si tratta di un'infiammazione della testa del glande, spesso estesa anche al prepuzio, di origine micotica o batterica.